Bobo Bistro

“Mia madre Antonietta stava maneggiando un impasto quando le si ruppero le acque. E nacqui io”. Così racconta Filippo Morgante. Classe 1977, radici calabresi affondate a Rosarno, ma natali ad Albany, nello stato di New York. Dove mamma e zia allora gestivano una pizzeria. Poi?
Il ritorno in Italia, per fare tutt’altro. Anche se la regina di casa Antonietta continua a sfornar pizze. 

“Venivano sempre tanti amici a trovarci. E lei preparava pizze casalinghe, cuocendole nella grande teglia tonda, che si era portata dall’America”, continua lui. Che intanto curiosa, osserva, impara e si appassiona. 

A un certo punto, la decisione di lasciare il Bel Paese insieme alla moglie. Meta? La Costa Azzurra. 

“Francesca aveva uno zio a Vallauris - dove a lungo abitò Pablo Picasso -, tra Cannes e Antibes. Così partimmo. E nel marzo 2016 entrai al Bobo Bistro per fare la stagione. Non sono più andato via. Anzi, i titolari, molto esigenti e molto presenti, si fidano di me. Mi lasciano carta bianca e la libertà di agire e sperimentare”, dichiara felice monsieur Morgante. Responsabile di tutta la parte pizzeria del Bobo, ormai autorevole griffe gourmande. 

Bobo: contrazione di bourgeois-bohémien, giusto a evocare una classe borghese amante dei gusti ricercati e non convenzionali, attenta alla naturalità e all’alimentazione bio. Un locale semplice e al contempo sofisticato ed eccentrico, nutrito dalla bellezza e da un respiro vintage. 

“Merito di Laurine. Lei è appassionata d’arte e antiquariato. Sceglie sempre arredi e oggetti particolari. Dai decori alle lampade, dai tavoli alle sedie, fino ai piatti. Anche in ceramica di Deruta. In esposizione vi è persino un’intera collezione di bobine di filo dai tanti colori”, racconta Filippo. Descrivendo un’insegna alla cui regia stanno Patrice Pittavino, la moglie Laurine e il socio Stéphane Risterucci.

Uno spazio raffinato e dinamico. Posizionato nel cuore di Cannes: a 20 metri dalla promenade della Croisette, a 50 metri dalla rue d’Antibes e a circa duecento metri dal Palais des Festivals et des Congrès. Un luogo che propone una cucina fresca, leggera e mediterranea, firmata dallo chef Fabrice Bellisent; e una pizza d’autore, targata da Filippo e messa punto con ingredienti di eccellenza. 

“Uso Petra 3 e Petra bio 1111. Ma voglio provare Petraviva HP. Mi piace esasperare la maturazione degli impasti, oltrepassando le ottanta ore. Perché voglio che i loro sapori e profumi vengano pienamente percepiti. Anche quando farciti”, puntualizza il pizza chef. Che propone una tonda al piatto di assoluta qualità. 

Voilà la Formaggi, con ricotta, gorgonzola, chèvre e scamorza; la Regina, con fiordilatte, prosciutto cotto, funghi e olive; e la Bufala: “Con pomodorini, basilico e mozzarella tagliata a fette e aggiunta a crudo”, precisa Filippo. Che non tradisce la spianata calabra. “E poi ci sono le Suggestioni, le pizze fuori carta. Come quella con fichi, crudo e gorgonzola”.

Inoltre Morgante prepara la schiaccina. Col medesimo impasto - ma steso meno -, condito con olio, bucherellato, infornato, sezionato e riempito. Ad esempio con mozzarella, mortadella e crema di pistacchio, per dar vita alla Livio, dedicata a un fedele cliente del Bobo. 
“Ho anche iniziato a fare le montanarine. E con la farina Petra bio realizzo i bun per i burger. Arricchiti con carne selezionata e biologica. Cotta nel forno a carbone Josper”.

Ma non finisce qui. Il team del Bobo gestisce pure l’iconica Bijou Plage di Cannes, sul finire della Croisette. Con tanto di ristorante e lido deluxe. 
“In estate si mangia con i piedi nella sabbia”, dice Filippo. Che anche qui porta le sue creature lievitate: dalla Margherita alla Napoletana, passando per la Tartufo e la Parmigiana. E non dimenticando il morbido pan bagnat. Impreziosito da tonno, lattuga e acciughe.