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Crescenzio


Via Francesco Di Pino 1, Riposto (Catania)

Aperto tutti i giorni dalle 18.30 alle 24

Tel. 095 2933343

CRESCENZIO

PIZZERIA A TAVOLA

Partner: José Parise

Via Francesco Di Pino 1, Riposto (Catania)

tel 095 2933343

https://www.instagram.com/crescenziopizzeria/
https://www.facebook.com/crescenziopizzeria/
“La nostra vuole essere un’attività imprenditoriale che, partita da zero, pian piano sale gli scalini. Matura. Evolve”, spiega saggiamente la giovane e caparbia José Parise: millesimo 1988, catanese doc, una formazione scientifica e un presente alla regia, col compagno Davide Palermo, di ben due realtà siciliane: La Bottega di Crescenzio, a Giarre; e Crescenzio - Pizzeria a Tavola, a Riposto. Due insegne sorelle, non gemelle. Però figlie della stessa voglia di crescere, migliorare e ridar voce e valore a quel seme gettato dal nonno (di José) Crescenzio negli anni Ottanta-Novanta. 

Così, se nel 2016 è nata la pizzeria d’asporto, nel 2020 nasce la sua naturale evoluzione. Per cui la pizza non viene portata a casa, ma servita direttamente a tavola. 

“Qui la pizza trova la sua massima espressione, sublimando in esperienza”, tiene a sottolineare José. Descrivendo un locale ampio ed elegante, immerso nel verde e ospitato in quello che fu un palmento dedicato alla produzione del vino. Fra scale, ampie sale, soffitti in legno, mattoni a vista, pareti altissime, lampadari artigianali e quadri pronti a ritratte teste di moro dal mood modernissimo. 

“Nel bagno abbiamo anche un lavabo in pietra lavica dell’Etna. Mentre la vecchia canaletta di scolo accoglie una fila di bottiglie di vino vuote”, racconta madame Parise.  

Le pizze, invece, finiscono nel performante forno rotante. Tre gli impasti a lunga maturazione e ad alta idratazione: con Petra 5063 (la Special), Petraviva HP e Petra 5072 (Più Vita); ai cereali, complice Bonsemì; e a tutta timilìa integrale. Per una pizza tonda al piatto. Ad alto tasso di fragranza e digeribilità. Grazie anche all’expertise del pizzaiolo Andrea Strano. 

La più gettonata? La Verderame, con crema di zucchine, stracciatella di bufala, guanciale di suino nero dei Nebrodi, pecorino tartufato e perle di aceto balsamico. Una pizza-vessillo. Pronta a ribadire l’eccellenza e la freschezza degli ingredienti utilizzati. 

“Prima pensiamo a selezionare i prodotti migliori, poi capiamo come proporli”, dichiara José. “E soprattutto li presentiamo e li lavoriamo davanti a tutti. Nella massima trasparenza”, ribadisce Davide. A conferma di una filosofia che dà voce al made in Italy, facendo attenzione alla filiera isolana. Il che significa pesto di pistacchi siciliani, mandorle di Noto, patate di Giarre, avocado bio dell’Etna (tradotto in un autoctono guacamole), salsiccia artigianale di una macelleria di Milo, vastedda della Valle del Belìce, provola ragusana, piacentinu ennese e tuma persa. Proposta persino impanata e tuffata in un’agrodolce salsa thai. Per una combo contemporanea.

“Qui tutto è studiato con cura. Dalla scritta della nostra insegna, posizionata al centro della sala, all’ingegnerizzazione del menu. Con tanto di colore verde a direzionare lo sguardo, a mettere in evidenza talune vivande e a orientare il cliente. In ultima pagina vi è pure raccontata la nostra storia”, prosegue lei. Orgogliosa di uno spazio che conta circa 120 coperti all’interno e oltre duecento outdoor. Immersi nel green. 

“Uno dei progetti è quello di creare una lista di Gin Tonic, realizzati con gin di aziende locali che valorizzano le botaniche autoctone siciliane. Magari in abbinata a una mini degustazione di formaggi ad hoc. Per preparare il palato alla pizza”, annuncia Davide.
“La nostra vuole essere un’attività imprenditoriale che, partita da zero, pian piano sale gli scalini. Matura. Evolve”, spiega saggiamente la giovane e caparbia José Parise: millesimo 1988, catanese doc, una formazione scientifica e un presente alla regia, col compagno Davide Palermo, di ben due realtà siciliane: La Bottega di Crescenzio, a Giarre; e Crescenzio - Pizzeria a Tavola, a Riposto. Due insegne sorelle, non gemelle. Però figlie della stessa voglia di crescere, migliorare e ridar voce e valore a quel seme gettato dal nonno (di José) Crescenzio negli anni Ottanta-Novanta. 

Così, se nel 2016 è nata la pizzeria d’asporto, nel 2020 nasce la sua naturale evoluzione. Per cui la pizza non viene portata a casa, ma servita direttamente a tavola. 

“Qui la pizza trova la sua massima espressione, sublimando in esperienza”, tiene a sottolineare José. Descrivendo un locale ampio ed elegante, immerso nel verde e ospitato in quello che fu un palmento dedicato alla produzione del vino. Fra scale, ampie sale, soffitti in legno, mattoni a vista, pareti altissime, lampadari artigianali e quadri pronti a ritratte teste di moro dal mood modernissimo. 

“Nel bagno abbiamo anche un lavabo in pietra lavica dell’Etna. Mentre la vecchia canaletta di scolo accoglie una fila di bottiglie di vino vuote”, racconta madame Parise.  

Le pizze, invece, finiscono nel performante forno rotante. Tre gli impasti a lunga maturazione e ad alta idratazione: con Petra 5063 (la Special), Petraviva HP e Petra 5072 (Più Vita); ai cereali, complice Bonsemì; e a tutta timilìa integrale. Per una pizza tonda al piatto. Ad alto tasso di fragranza e digeribilità. Grazie anche all’expertise del pizzaiolo Andrea Strano. 

La più gettonata? La Verderame, con crema di zucchine, stracciatella di bufala, guanciale di suino nero dei Nebrodi, pecorino tartufato e perle di aceto balsamico. Una pizza-vessillo. Pronta a ribadire l’eccellenza e la freschezza degli ingredienti utilizzati. 

“Prima pensiamo a selezionare i prodotti migliori, poi capiamo come proporli”, dichiara José. “E soprattutto li presentiamo e li lavoriamo davanti a tutti. Nella massima trasparenza”, ribadisce Davide. A conferma di una filosofia che dà voce al made in Italy, facendo attenzione alla filiera isolana. Il che significa pesto di pistacchi siciliani, mandorle di Noto, patate di Giarre, avocado bio dell’Etna (tradotto in un autoctono guacamole), salsiccia artigianale di una macelleria di Milo, vastedda della Valle del Belìce, provola ragusana, piacentinu ennese e tuma persa. Proposta persino impanata e tuffata in un’agrodolce salsa thai. Per una combo contemporanea.

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