A Carmignano di Brenta, in provincia di Padova, un luogo inclusivo, capace di miscelare sapientemente territorio e contemporaneità, cucina e accoglienza, ristorazione e pasticceria, luce e brace. “Prima abbiamo posizionato il bancone-tavolone. Poi abbiamo realizzato i pavimenti”. Mette subito le cose in chiaro Andrea Poli, illuminato capitano di Gustificio, innovativa e visionaria insegna, nella provincia patavina. “Sì, questo bancone mi ha fatto passare notti insonni. È stata una prova di coraggio. Perché volevo un pezzo d’arredo capace di comunicare, sin da subito, il senso social e conviviale di questo luogo. Che è stato una locanda. Un luogo di ospitalità. Un rifugio accogliente per chi andava a lavorare nella cartiera. Visto che non lontano da qui scorre il Brenta”, continua Andrea. Originario di San Pietro in Gu, un diploma dell’alberghiero in tasca, un’esperienza come macellaio alle spalle e un infinito amore per la cucina e per la brace. Passioni che concentra in un locale versatile, volitivo e multifunzionale. Che è ristorante, pasticceria e prossimamente di nuovo locanda. Grazie a undici camere che presto apriranno al piano superiore. “Così al mattino l’ospite può scendere e fare colazione qui. Accomodandosi dove preferisce e prendendo quello che preferisce. Scegliendo direttamente dal bancone della pasticceria”, continua Andrea. Indicando la prima comfort zone di Gustificio. Una sorta di hall, lobby, salotto. Proprio col bancone-tavolone ad assumere un ruolo centrale, attrattivo e interattivo. “Si tratta di una massiccia struttura a ponte, in cemento armato. In inverno è persino riscaldato ed è dotato di spine per la ricarica del telefono. Intorno ci possono stare 14 persone. Per colazione, merenda, pranzo e cena”. Pasticceria con cucina. Cucina con pasticceria. Così è Gustificio. Un opificio. Una fabbrica dove il saper fare si traduce in sapori autentici. Uno spazio circolare. Non nell’aspetto, ma nel concetto. Perché tutto è collegato. Tutto è interconnesso. “Ho anche voluto creare un tunnel visivo e fisico”, dichiara Andrea, indicando il corridoio-cannocchiale pronto a condurre dalla zona pastry alla zona lunch e dinner. In cui l’onice striata (anzi, marezzata) dei tavoli dialoga col velluto senape delle sedute, il calore del legno incontra il minimalismo del ferro, la liquidità della luce - che entra copiosa della vetrate - sposa l’opaca ruvidità dei mattoni a vista. “Sono un retaggio della vecchia costruzione. Si tratta di mattoni spesso difettati. Alternati a tegole rotte e a sassi del fiume. Ho voluto creare un ambiente dal respiro moderno. Ma pronto a ricordare che qui siamo a Carmignano di Brenta”. E poi? Ci sono le piante. Vere, verissime. Il cui allestimento è stato curato dal garden designer vicentino Thomas Pellizzaro. E ancora, la cella per la frollatura dry aged della carne, il forno e il fuoco. La grande passione di Poli. Che può contare su un forno a legna (e a gas) griffato Morello. “Come legna preferisco il faggio e il bambù, che tengono bene le temperature. Ci cuociamo il pane e la pizza. Ma pure la guancia di vitello brasata all’Amarone e il baccalà alla vicentina. Così sfruttiamo tutta la curva del calore. Dal massimo al minimo. Affinché nulla vada sprecato”...