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Restaurant Marechiaro


2 Place Amélie Pollonais, Villefranche-sur-Mer

Aperto tutti i giorni dalle 12 alle 15 e dalle 18.30 alle 22.30

Tel. +33 493018373

RESTAURANT MARECHIARO

Partner: Francesco Gnocchi

2 Place Amélie Pollonais, Villefranche-sur-Mer

tel +33 493018373

https://www.instagram.com/farinapetra/
https://www.facebook.com/Restaurant-Marechiaro-717139495064960/
Marechiaro. Come il suggestivo borgo di pescatori tuffato nel quartiere di Posillipo. Quello che ispirò una delle più celebri canzoni partenopee, scritta da Salvatore Di Giacomo. 

“La mia famiglia è proprio originaria di lì”, spiega Francesco Gnocchi. Che a Napoli è nato (nel 1973), è cresciuto, ha studiato, per poi laurearsi in Giurisprudenza all’Università Federico II e diventare giornalista professionista. 

“A trentatré anni aprii anche un ristorante giapponese, il Sushivendolo. Traducevamo in sushi il pesce locale, lasciandoci contagiare da influenze brasiliane e californiane”, racconta lui. Che a un certo punto avverte il desiderio di cambiare e sperimentare qualcosa di nuovo. Al di là della sua città. 

“Ogni volta che viaggiavamo, io e la mia compagna Alessia ripetevamo: sarebbe bello vivere qui. Avevamo voglia di serenità e tranquillità. E la Côte d’Azur ci sembrava ideale. Perché in un’ottima posizione e ben collegata. E poi aveva e ha molte affinità con il nostro golfo e la nostra costa. Così, una volta individuato lo spazio dove aprire un ristorante, nel 2015 ci siamo trasferiti a Villefranche-sur-Mer. A sette chilometri da Nizza”. 

Siamo. Perché con Francesco ci sono Alessia e la sorella Daniela - alla regia della parte amministrativa e della sala - e Gianfranco, marito di Daniela, al timone della cucina. 

“Io invece mi occupo della pizzeria. Del resto, sono cresciuto mangiando pizza napoletana. La pizza è un pezzo della mia vita, mi appartiene”, confessa monsieur Gnocchi. Che, con qualche corso di panificazione alle spalle e con tanta passione, impara a forgiare gli impasti. Mettendoci del suo. E creando una tonda al piatto - con un cornicione pronunciato senza essere esagerato -, realizzata con la farina Petra 5063 (la Special) e un 20% di integrale Petra 9. “Le dà un profumo e un gusto pazzeschi”, dice soddisfatto. Cuocendo le sue pizze in un forno artigianale, fatto costruire su misura a Napoli: rivestito internamente da biscotto di Sorrento e ricoperto esternamente da mosaici nelle tonalità del crema, del bronzo e dell’argento. 

“Il forno è come uno strumento musicale. Può suonare benissimo o dare dei difetti. Il nostro è perfetto”.

Un forno talmente bello da essere posizionato ben in evidenza all’interno del locale. Che conta pure una cucina a vista e un bancone con una decina di coperti. Perché tutto si sviluppa all’esterno, nell’ampia terrazza-piazza, con tanto di veranda chiusa per i periodi più freddi. “La gente ama mangiar fuori”, dichiara Francesco. Orgoglioso delle sue fragranti creature, semplici e genuine. 

“Io adoro quella con la mozzarella di bufala e i pomodorini freschi. Ma preparo anche la Regina, con fiordilatte, pomodoro, prosciutto cotto, funghi e olive. Ai francesi piace molto”. Non solo. Francesco non dimentica di sperimentare pane, grissini, casatiello, torta caprese e pastiera. 

“La faccio con la Petra 5037 o la Special. Mentre la BelFritto è ottima per realizzare la pastella destinata alla frittura del pesce. Prediligo calamari, gamberi, triglie, sogliole e merluzzetti. La cosiddetta paranza”. 

Sì, perché accanto alle pizze spiccano saporite pietanze dallo spirito mediterraneo. E soprattutto italiano.

Marechiaro. Come il suggestivo borgo di pescatori tuffato nel quartiere di Posillipo. Quello che ispirò una delle più celebri canzoni partenopee, scritta da Salvatore Di Giacomo. 

“La mia famiglia è proprio originaria di lì”, spiega Francesco Gnocchi. Che a Napoli è nato (nel 1973), è cresciuto, ha studiato, per poi laurearsi in Giurisprudenza all’Università Federico II e diventare giornalista professionista. 

“A trentatré anni aprii anche un ristorante giapponese, il Sushivendolo. Traducevamo in sushi il pesce locale, lasciandoci contagiare da influenze brasiliane e californiane”, racconta lui. Che a un certo punto avverte il desiderio di cambiare e sperimentare qualcosa di nuovo. Al di là della sua città. 

“Ogni volta che viaggiavamo, io e la mia compagna Alessia ripetevamo: sarebbe bello vivere qui. Avevamo voglia di serenità e tranquillità. E la Côte d’Azur ci sembrava ideale. Perché in un’ottima posizione e ben collegata. E poi aveva e ha molte affinità con il nostro golfo e la nostra costa. Così, una volta individuato lo spazio dove aprire un ristorante, nel 2015 ci siamo trasferiti a Villefranche-sur-Mer. A sette chilometri da Nizza”. 

Siamo. Perché con Francesco ci sono Alessia e la sorella Daniela - alla regia della parte amministrativa e della sala - e Gianfranco, marito di Daniela, al timone della cucina. 

“Io invece mi occupo della pizzeria. Del resto, sono cresciuto mangiando pizza napoletana. La pizza è un pezzo della mia vita, mi appartiene”, confessa monsieur Gnocchi. Che, con qualche corso di panificazione alle spalle e con tanta passione, impara a forgiare gli impasti. Mettendoci del suo. E creando una tonda al piatto - con un cornicione pronunciato senza essere esagerato -, realizzata con la farina Petra 5063 (la Special) e un 20% di integrale Petra 9. “Le dà un profumo e un gusto pazzeschi”, dice soddisfatto. Cuocendo le sue pizze in un forno artigianale, fatto costruire su misura a Napoli: rivestito internamente da biscotto di Sorrento e ricoperto esternamente da mosaici nelle tonalità del crema, del bronzo e dell’argento. 

“Il forno è come uno strumento musicale. Può suonare benissimo o dare dei difetti. Il nostro è perfetto”.

Un forno talmente bello da essere posizionato ben in evidenza all’interno del locale. Che conta pure una cucina a vista e un bancone con una decina di coperti. Perché tutto si sviluppa all’esterno, nell’ampia terrazza-piazza, con tanto di veranda chiusa per i periodi più freddi. “La gente ama mangiar fuori”, dichiara Francesco. Orgoglioso delle sue fragranti creature, semplici e genuine. 

“Io adoro quella con la mozzarella di bufala e i pomodorini freschi. Ma preparo anche la Regina, con fiordilatte, pomodoro, prosciutto cotto, funghi e olive. Ai francesi piace molto”. Non solo. Francesco non dimentica di sperimentare pane, grissini, casatiello, torta caprese e pastiera. 

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