Nel cuore del Cours Julien a Marsiglia, tra le strade animate e i murales colorati, c'è un angolo che racconta una storia di passione per la cucina e di rispetto per la tradizione: Papa Fredo, il ristorante di Frédéric Boubessla e Fayza Bougheraba. La sua anima è la pizza napoletana, quella vera, fatta secondo i rigidi criteri dell'«Associazione Verace Pizza Napoletana», un marchio che dal 2021 certifica l’autenticità di ogni piatto che esce dalla cucina. La loro avventura inizia nel 2017, quando, dopo aver attraversato l’Italia e respirato l’atmosfera dei vicoli di Napoli, Frédéric e Fayza si innamorano della pizza napoletana. Non è solo una questione di gusto, ma di un incontro profondo con una cultura gastronomica che racconta secoli di storia. Entrando nel ristorante, si percepisce un’atmosfera familiare e informale, dove la qualità della cucina non è un valore elitario, ma un punto di partenza. Ogni ingrediente è scelto con cura: la farina, la mozzarella, il pomodoro, tutto arriva direttamente dall’Italia, dalla regione del Vesuvio, dove la salsa di pomodoro deve essere preparata secondo tradizione. L’impasto, che matura tra le 8 e le 24 ore a temperatura ambiente, è frutto di una pazienza che va oltre la semplice ricetta. Ogni fase del processo è un omaggio alla tradizione napoletana, dall’utilizzo del forno a legna alla lavorazione manuale, come insegna la storia. Ciò che ne nasce è una sintesi perfetta di ingredienti che raccontano un territorio. Eppure, nonostante la ricerca della perfezione, Papa Fredo non si pone come un ristorante esclusivo. L’idea di Frédéric e Fayza è di restare un luogo accessibile a tutti, dove ciascuno può sentirsi a casa. Non c'è pretensione, ma una genuina volontà di condividere un’esperienza che parla la lingua di Napoli, ma che si adatta con naturalezza al vivace contesto marsigliese. Papa Fredo è più di un ristorante: è un angolo di Napoli nel cuore di Marsiglia, un viaggio nei sapori e nei ricordi, dove ogni pizza è una storia raccontata in silenzio, tra i gesti del pizzaiolo e l’odore del forno che avvolge ogni angolo del locale. E mentre il Cours Julien brulica di vita, qui la pizza napoletana resta protagonista di un racconto che non ha bisogno di parole per essere compreso.