Pizzika. Quasi a evocare il ballo salentino, anche se qui siamo nel Catanese. “Abbiamo scelto questo nome perché mio fratello Vito ha alcuni parenti in Puglia, ma sopratutto perché amiamo il suono di questa parola. Pizzika è il nostro punto di arrivo. E di ripartenza”. Esordisce così Paolo Aurite, parlando dell’insegna che ha creato insieme a Vito. Del resto, loro nel mondo della pizza ci sono immersi da una decina d’anni. Prima con una pizzeria d’asporto nel centro di Mascalucia. Poi con uno spazio ristorativo e conviviale, inaugurato nel giugno 2019. “Ed è nella primavera del 2020, in pieno lockdown, che siamo venuti a conoscenza del mondo Petra. Ed essendo tutto fermo abbiamo avuto l’opportunità di studiare, sperimentare e codificare l’impasto che oggi ci distingue. Con un ulteriore upgrade, messo a segno la scorsa estate”. Sì, Paolo ha le idee chiare. “La mia idea di pizza vira verso la cucina. Vuole andare verso la cucina. Valorizzando sempre di più la Sicilia e i Presidi Slow Food”, continua lui. Millesimo 1985, natali a Catania, una laurea in economia e una vita a Mascalucia. “Questione di amore per il territorio”, commenta. Descrivendo un cult come la pizza Verde Smeraldo, summa di fiordilatte, mortadella e pistacchio: in crema, pesto e granella. Da completare (volendo) con una burrata dal cuore di pistacchio. E ricordando la Viaggio in Sicilia: alla base, fiordilatte; in uscita, ricotta affumicata e aromatizzata alla menta, scorze d’arancia candite (in casa) e alacce di Lampedusa. “La serviamo con corredo di effetto scenografico. Sotto una campana di vetro e col fumo, ottenuto da legno d’arancio. La sapidità delle alacce combinata con la freschezza della menta regala un equilibrio perfetto. Perché pulisce e resetta il palato”. E poi c’è l’impasto “Perché io sono un patito degli impasti”, ribadisce Paolo. “Il nostro è un diretto e prevede 36 ore di gestazione. Utilizziamo la farina Petra 5063, con l’aggiunta di Petra 1 e un poco di timilìa. Per conferire più carattere. E mi piace anche dare al cornicione una spolverata finale con Ottimais. Per avere ancor più croccantezza. Garantita anche dalla cottura nel nostro forno Marana rotante, che ha una bella ventilazione”. Risultato? Una pizza tonda al piatto dal bordo esplosivo, ben alveolato e iper scioglievole. Ma non finisce qui. E, nel segno della cucina, Paolo e Vito hanno ideato pure due percorsi degustazione. “Uno è più un grand tour d’Italia, l’altro si concentra sulla nostra bella isola. Si parte con una toma panata, fritta e impreziosita da pomodorino confit e spuma di basilico, per continuare con diverse tipologie di pizze. Dalla tonda alla teglia, dal padellino a una pizza con la timilìa in purezza. Alcune proposte sono pescate dalla carta, altre presentate ad hoc. Il tutto accompagnato da vini e birre a tema”, svela Paolo. Che adora stare in sala e raccontare, al fine di valorizzare il lavoro dietro le quinte. Una sala accogliente e luminosa quella di Pizzika. “Perché ci piace la luce”, puntualizza mister Aurite. Orgoglioso di uno spazio elegante, che conferma il claim scritto sul logo: Pizzaioli in smoking. Con tanto di spicchio e papillon.