“Rosso, come il colore del pomodoro. Verace, come sinonimo di sincero, autentico”. Così Emmanuele Stellino spiega il perché e il percome del nome dell’insegna che lui e la compagna Maria De Stefano guidano ad Alcamo, in provincia di Trapani. Dal 2019. “E nel 2021 abbiamo aperto pure a Castellammare del Golfo. Con tanto di terrazza sul mare”, continua lui. Classe 1986, alcamese doc e un diploma di ragioneria in tasca. “Ero bravissimo in matematica e in geografia politica. Poi ho cominciato a consegnare le pizze a domicilio e da lì è partito tutto. Prima aggiungendo la salsa, poi sistemando la mozzarella e poi mettendo direttamente le mani in pasta. Mi sono appassionato. Ho frequentato corsi di panificazione a Roma, Napoli, Milano”. È soddisfatto Emmanuele, capitano di uno spazio che vanta un centinaio di coperti, fra legno, credenze, poltroncine, piante e bonsai. “Il nostro è un ambiente semplice, giovane, cordiale e gioviale. Pensato per mettere gli ospiti a proprio agio, affinché si sentano come in famiglia”, spiega. Concentrandosi su diverse tipologie di pizze. Dalla tonda al piatto, messa a segno con Petra 5063 e Petra 3, alla pinsa romana, realizzata con Petra 5010, sino all’impasto croccante, proposto in due versioni: a tutta Petra 3 e a tutta Petra 9, super integrale. “Ma faccio anche un padellino, unendo farina di grano duro e Petra 3”, racconta. Non dimenticando pizze per intolleranti al glutine. Ma c’è di più. Rosso Verace, nel segno dell’inclusione e del rispetto per ogni scelta alimentare, inserisce in carta un menu di pizze vegane. “La Pistacchiosa è amatissima”, precisa lui. Descrivendo proposte che eleggono a protagonisti ortaggi, frutta secca, nonché “salumi” e “formaggi” plant-based. Ma poi ci sono i cult. “Qui ad Alcamo siamo ai piedi del monte Bonifato e il pubblico preferisce sapori rustici. Come quelli della Boscaiola, con crema di zucca al forno, provola affumicata di Agerola, guanciale, nocciole tostate, prezzemolo fresco, porcini e cardoncelli. In stagione preferisco funghi locali, siciliani. Mentre per il resto dell’anno mi affido ai porcini piemontesi di Trofarello, conservati al naturale”. E la pizza Tulla?“Porta il nome del mio gatto, mentre la Volla è un omaggio al paese di colui che considero il mio maestro: Corrado Alfano”, prosegue il lievitista. Muovendosi agilmente fra nord e sud, e valorizzando il parmigiano reggiano e il fiordilatte dei Monti Lattari, la coppa e la mortadella, l’aglio di Nubia e il pomodoro siccagno. Da non perdere? Anche la Capricciosa e la Arianata, con salsa sfincione, filetti di alici di Trapani, caciocavallo ragusano, grana padano, pecorino, olive nere, extravergine e mollica atturrata.