Radici a Castellammare di Stabia. E piedi ben fissi a Firenze. La sua città d’adozione. Dove, all’inizio del 2020, inaugura l’insegna che porta orgogliosamente il suo nome e il suo cognome: Giovanni Santarpia. 

Un lievitista dalle grandi virtù: quelle di saper osservare e ascoltare. Da bambino, aggrappato al vetro di un bancone. Da adolescente, come garzone, nella pizzeria al metro vicino alla propria abitazione. Così Giovanni apprende. Per poi metterci un talento tutto suo. Arricchito da passione, ricerca e sperimentazione. 

Una vocazione che lo conduce sino in Toscana. In Mugello, a Tavarnelle Val di Pesa e a San Donato in Poggio. Sino ad approdare sull’Arno. Dove resta per continuare la sua missione. Ora in un’insegna nutrita da accoglienza, cortesia, familiarità, allegria e genuinità. 

“Qui desidero donare e raccontare agli ospiti tutta la mia vita, facendo quello che meglio so fare”, commenta Giovanni. Che, naturalmente, fa la pizza. Napoletana, tonda al piatto. Ma pure fritta. Anzi, fritta in “saccoccia”, come precisa lui. Farcita con lampredotto e salsa verde. 

Fra le Santarpizze (così si chiamano in carta), quella con crema di zucchine e pistacchio, guanciale croccante, pomodorini del piennolo, fiordilatte e zest di limone. Alla base: un impasto messo a punto con le farine Petra 0102 HP, Petra 3 e Petra 5063 o Petra 5037.